Il fair-play della Campionessa Mondiale e Paralimpica Sara Morganti

SARA MORGANTI - OSCAR REGIONALE 2016

Il Consiglio Regionale della Libertas Toscana ogni anno assegna le statuette degli OSCAR LIBERTAS della Promozione Sportiva. Dopo la prima manifestazione nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze, la manifestazione a Livorno nella Sala Congressi  di Villa Henderson, quest’anno il Premio si è svolto a Siena nella prestigiosa Sala delle Lupe di Piazza del Campo.

Fra i tanti premiati indicati dai provinciali toscani, c’è stata una manifestazione all’interno della manifestazione stessa: la consegna della Statuetta simbolo del Premio alla atleta e campionessa  paralimpica Sara Morganti e la consegna della Tessera Libertas ad honorem.

Prendendo la parola, la Sara è riuscita ancora una volta ad emozionare i presenti e a dare  una buona lezione di fair play, molto rara ai giorni nostri.

Inviamo quanto da lei scritto solo dopo pochi giorni dalla sua esclusione, o meglio della su cavalla, alle Paralimpiadi di Rio:

“Eccomi qua sveglia dalle 5 di mattina per un dolore neuropatico pazzesco e mille pensieri che girano nella testa.
Sono passati ormai diversi giorni dalla decretazione della mia esclusione dai Giochi Paralimpici di Rio 2016 e ancora non ci credo. Ho dovuto raccontare ormai un milione di volte cosa è successo, anzi cosa non è successo.
Penso e ripenso.
Cosa è successo?
La cavalla in sede di trot up è stata dichiarata da una commissione presieduta da una giudice Not Fit To Compete.
Quindi tutti a chiedermi perché? che vuol dire? La cavalla sta male?
Beh da regolamento Fei (Federazione Equestre Internazionale) il cavallo prima di una gara deve essere presentato al trotto a mano davanti a una commissione per verificare se sia idoneo fisicamente a competere. Se la commissione vede che il cavallo non si presenta bene al trotto può eliminarlo e/o mandarlo in holding box dove viene sottoposto a maggiori controlli veterinari. La mia cavalla il 10 di settembre non si è presentata bene nel trot up effettuato su ASFALTO ed è stata inviata in holding box.
In holding box la cavalla non si è mostrata reattiva ad alcuna prova che serve a individuare eventuale dolore o infiammazione (sonda negativa, polso assente, palpazione di tendini e legamenti negativa). La cavalla in holding box è stata inoltre trottata a mano sul terreno di gara e non ha mostrato esitazione alcuna. In base all’esito di questa visita il veterinario dell’holding box ha dato parere favorevole a far partire la cavalla, ma la commissione ha ritenuto di doverla rivedere la mattina successiva. La mattina dell’11 settembre alle 7.36 la cavalla è stata nuovamente trottata a mano su asfalto e nuovamente non si è presentata molto bene per qualche falcata. La commissione ha pertanto deciso di dichiararla not fit to compete.
Questo è quanto accaduto.
La decisione di escludere un cavallo da una gara in sede di trot up spetta al giudice ed è insindacabile e inappellabile.
Pertanto ho dovuto solo incassare, sopportare, girarmi e andarmene con tutti i miei sogni infranti senza poter dire una parola.
Voglio ritenere che la commissione abbia solo voluto essere estremamente severa, ma restano le domande che mi svegliano la notte.
Perché non ha avuto alcun peso il parere del LORO veterinario che l’ha visitata? Perché tenere in considerazione solo il modo in cui ha trottato su un terreno al quale i cavalli che fanno questo tipo di gara non sono assolutamente abituati? Non dovrebbe avere un peso maggiore il parere del veterinario che visita il cavallo in holding box?
Davvero una gara al passo poteva secondo loro danneggiare una cavalla che in holding box non ha mostrato segni di dolore a livello dei tessuti duri e molli e che al trotto sul terreno di gara non mostrava alcun segno di esitazione?
Di domande mi riempio il cervello e non riesco a dormire sonni tranquilli, ma la decisione resta insindacabile e inappellabile.
Restano le conseguenze psicologiche e pratiche che pago solo io.
Intanto torno alla mia vita di prima e ringrazio di poter rientrare a lavoro per poter mantenere i miei cavalli e ringrazio per aver potuto fare l’atleta per 8 mesi.
Per poter arrivare a Rio al meglio ce l’ho messa tutta tutta e insieme a me moltissime persone che ringrazio.
Adesso ho necessità di ritrovare la forza mentale e fisica e ho necessità di capire come proseguire il mio cammino sportivo!
Intanto ci tengo a ringraziare ancora tutti coloro che mi sono stati vicini prima durante e dopo Rio.
Da questa dura esperienza mi porterò nel cuore il calore del sostegno di persone che mi hanno mostrato il vero senso dello sport.
Grazie davvero. Di questo mi farò molto forte!”

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